Questa pagina è dedicata alla rete dei Musei archeologici "Proust – Alla ricerca del tempo perduto", istituita dalla Regione Lazio per favorire la collaborazione tra questi musei e realizzare in modo condiviso attività scientifiche, educative e divulgative. La denominazione "Proust – Alla ricerca del tempo perduto" prende in prestito il nome dallo scrittore francese Marcel Proust e dalla sua opera più famosa, nella quale l’autore racconta il tempo della sua vita passata.
Alla rete Proust hanno aderito numerosi musei nel territorio, dislocati nelle località segnalate dalla cartina. Essi offrono l’opportunità di incontrare ambienti, storie e personaggi rappresentativi di un interessante e complesso panorama di popolazioni antiche - Etruschi, Sabini, Falisci, Latini, Equicoli, Ernici, Volsci, Aurunci - con proprie caratteristiche culturali e particolari vicende storiche, che con la conquista da parte dei Romani hanno rappresentato il nucleo più antico di quello che si avviava a diventare un impero.
I musei della rete Proust invitano a conoscere dei "piccoli mondi", con caratteristiche e tematiche molto diverse da quelle rappresentate dai musei della capitale, e non meno interessanti. La situazione attuale riflette ovviamente gli avvenimenti del passato e nel percorso di visita del territorio laziale il ruolo dei musei archeologici nella ricostruzione dei processi storici è molto significativo per la vita delle comunità del presente.
Il volume è articolato in quattro sezioni che rappresentano altrettanti territori: l’area nelle immediate vicinanze della capitale (campagna romana, area dei "castelli romani" e dei laghi, fascia litoranea, valle dell’Aniene e colline di Tivoli e Palestrina), con la rete delle vie consolari che si dirama verso le periferie; l’area della direttrice nord in territorio etrusco, attraversato dalla via Cassia (provincia di Viterbo); l’area della direttrice nord-est rappresentata dal territorio sabino e dalla via Salaria (provincia di Rieti); l’area meridionale verso la Campania, percorsa dalle vie Appia e Casilina (province di Latina e Frosinone).
Negli ultimi decenni, in sintonia con gli indirizzi della museologia moderna, si sono verificati straordinari cambiamenti anche nel panorama dei musei civici del territorio laziale, a partire dalla realizzazione di allestimenti efficaci e coinvolgenti, nei quali giocano un ruolo significativo anche gli apparati multimediali, finalizzati ad una maggiore comprensione. La concezione del museo archeologico come raccolta di oggetti antichi (il cosidetto antiquarium) è stata da tempo superata e molti musei archeologici si presentano come luoghi accessibili ed accoglienti, con personale competente e attività educative variegate ed efficaci al servizio del pubblico.
I due filmati ispirati alla Preistoria, prendendo spunto da tematiche legate alla preistoria, affidano all’efficacia evocativa e comunicativa delle immagini il compito di stimolare a riflettere su una realtà storica molto lontana da noi, ma essenziale per approfondire la conoscenza delle caratteristiche degli esseri umani e del loro modo di stare nel mondo. Per le riprese, sono stati scelti luoghi e siti archeologici del territorio della Regione Lazio per lo più accessibili ai visitatori, spesso di grande valore naturalistico ed ambientale; e sono stati selezionati reperti esposti nei musei archeologici facenti parte del Sistema.
Il filmato “Mani per toccare, lavorare e trasformare il mondo” propone una riflessione sul rapporto tra l’uomo e le diverse materie prime attraverso il lavoro delle mani. L’apporto didattico dell’archeologia sperimentale e l’esaltazione dei gesti, che nella loro efficace semplicità si tramandano nella storia e toccano tasti profondamente risonanti nella nostra esperienza umana, si rivolgono a tutte le categorie di pubblico.
Il filmato “Oggetti, gesti e uomini della preistoria. Stare nel mondo tra tecnica e rito” affronta un argomento più complesso, che riguarda il rapporto che gli uomini instaurano con il mondo in cui si trovano a vivere. La preistoria ha visto svilupparsi le caratteristiche fisiche e mentali dell’uomo moderno, estendersi la complessità del pensiero, accrescersi la capacità progettuale e quella comunicativa. Si è sviluppato parallelamente anche un forte bisogno di sicurezza, che ha determinato esperienze volte a istituire un rapporto con entità “altre”, da cui si faceva dipendere il benessere degli individui e della collettività. Anche in periodi molto antichi e privi di documentazioni scritte, è probabile che i tentativi di intervenire nella realtà per ricondurla al controllo rassicurante degli uomini venissero affidati a gesti specifici codificati, ritualizzati, che hanno lasciato negli oggetti e nei contesti le loro tracce.
Il filmato “Miti ed Eroi fondatori alle origini delle città del Lazio”parla di storie antiche, legate a personaggi straordinari, che ancora risuonano nei nomi di città o di monumenti diffusi in tanti luoghi del Lazio moderno: ma cosa c’è dietro queste leggende, cosa ancora ci lega ai miti del mondo antico? Questo è tema del cortometraggio “Miti ed eroi fondatori alle origini delle città del Lazio”, nato grazie al contributo finanziario della Regione Lazio a favore dei Sistemi museali, ai sensi della legge regionale 6/2013, e sviluppatosi intorno all’idea di raccontare attraverso immagini potenti e parole incisive il viaggio di divinità quali Ercole e Saturno e le imprese di eroi come Ulisse, Enea, Romolo, che sono ritenuti i fondatori di numerose città del Lazio tuttora esistenti.
Alatri, Albano, Anzio, Ardea, Cori, ma anche Formello, Lanuvio, Pratica di Mare, Priverno, Segni, Tuscolo, Rieti e - naturalmente - Roma, sono i centri legati alle vicende di dei ed eroi fondatori, ambientate in uno scenario che possiamo immaginare selvaggio e incontaminato, ancora rappresentato dai paesaggi suggestivi del promontorio del Circeo, della costa di Sperlonga, dei Laghi di Albano e di Nemi.
Queste “storie sacre” (di certo non erano favole per gli antichi…) sono state raccontate attraverso il linguaggio espressivo innovativo delle arti visive, accompagnate da un uso sapiente della musica, per farci comprendere e ri-appropriare del patrimonio culturale che ci circonda e che spesso è sottovalutato o poco conosciuto: in questo modo le città odierne del Lazio che hanno origini leggendarie vengono valorizzate poiché diventano “luoghi d’interpretazione”, in grado di essere pienamente vissute nel loro intreccio tra storia, cultura e paesaggio dalle stesse comunità che ci vivono.